Qualità sanitaria

-residui di nitrati e pesticidi negli alimenti
La maggior parte di queste molecole non è degradabile, e rimane nei tessuti animali e nell'ambiente anche decenni agendo da “disregolatori endocrini”, responsabili di varie alterazioni come i tumori ormono-dipendenti (mammella, prostata, utero), infertilità, pubertà o menopausa precoci, malformazioni fetali, ermafroditismo, sia negli uomini che negli animali.

Sono sostanze neuro-tossiche, teratogene, e causano allergie. E’ stata dimostrata la loro potente azione cancerogena, anche se non è mai stato studiato (strano, no?) l'effetto potenziato dell'associazione delle varie molecole che comunemente ci ritroviamo nel piatto: nutrendoci di alimenti convenzionali assumiamo fino a 2 kg l'anno di pesticidi.

Inoltre, va considerato il fenomeno della “magnificazione biologica”: risalendo lungo la catena alimentare (vegetale, animale, uomo) queste molecole vengono sempre più concentrate: l'uomo, che si trova al vertice di tale piramide, concentrerà nei propri tessuti la maggiore quantità di pesticidi che si ritrova nell'ambiente. I più a rischio sono ovviamente i bambini (e gli anziani) in quanto assorbono molto di più dai cibi, ma tollerano meno gli inquinanti, sia in base al peso corporeo sia per l'immaturità dei meccanismi di difesa.

-antibiotici e rischio BSE
L’uso di antibiotici nell’allevamento biologico è proibito. Cresce la consapevolezza del rischio di sviluppo di resistenze agli antibiotici a causa dell’uso eccessivo negli allevamenti. Non è un caso che non sia stato trovato nessun caso di BSE in animali nati e allevati in aziende biologiche.


-additivi alimentari
Negli alimenti trasformati non-biologici sono ammessi più di 500 additivi mentre la legislazione del biologico ne ammette circa 30, tutti di origine naturale. Sono strettamente vietati tutti gli additivi collegati a reazioni allergiche, mal di testa, asma, ritardi di crescita, iperattività nei bambini, malattie cardiache e osteoporosi.

Gli aromi utilizzati nel bio devono solo essere naturali, le preparazioni microrganiche non devono essere OGM, gli oligoelementi e le vitamine sono ammessi solo se previste per legge, la quale prevede anche che possano essere aggiunti grassi e oli non biologici raffinati, che però non devono essere stati trattati chimicamente, ed elenca quelli che devono essere obbligatoriamente biologici. Per quanto riguarda le confetture, è riscontrato che gli zuccheri utilizzati nelle confetture biologiche sono spesso succo di mela o d’uva concentrati e zucchero grezzo di canna, a differenza delle confetture convenzionali dove viene utilizzato zucchero bianco, ottenuto con un processo di raffinazione molto spinto.
Come riscontrato anche da Altroconsumo, in una recente inchiesta, la percentuale di frutta è in genere superiore nei prodotti biologici.

-micotossine (ricordate la domanda di Roberta al primo incontro?)
Il fatto che il bio non preveda l'uso di conservanti nemmeno nella fase di stoccaggio ha suscitato accuse di maggiore tossicità degli alimenti biologici rispetto ai convenzionali, soprattutto per l'ipotetica maggiore presenza di micotossine, una vasta famiglia di sostanze, tossiche per l'uomo, prodotte da funghi parassiti che infestano alcuni tipi di alimenti soprattutto nella fase di conservazione, in determinate condizioni ambientali di umidità e temperatura. Sempre più studi dimostrano che la presenza di queste tossine non è correlata al tipo di coltivazione (biologica o convenzionale), ma dipende strettamente dalle condizioni di conservazione.
A parità di condizioni ambientali (umidità, temperatura, tenore di acqua dell'alimento, ecc), i prodotti convenzionali hanno dimostrato essere più facilmente attaccabili da queste muffe, rispetto ai prodotti biologici e questo nonostante quelli convenzionali siano stati trattati con conservanti di sintesi.
Una spiegazione di questo fenomeno potrebbe venire dal maggiore contenuto in pesticidi naturali che gli alimenti biologici sviluppano come difesa nei confronti dei vari parassiti, tra cui anche i funghi, non trovandosi “protetti”, nelle fasi di crescita e sviluppo, dai pesticidi di sintesi.